Giocare fa bene. Giocare è un diritto. E lo è ancora di più nell’era digitale, in cui il gioco è sempre più trascurato, snaturato se non addirittura sminuito. Attraverso di esso passano apprendimento e comprensione, non a caso il filosofo Platone affermava: «Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione.»
A confermare questa asserzione, diversi studi scientifici che mettono in evidenza quanto il gioco sia essenziale per lo sviluppo di una più profonda comunicazione e quindi di legami più duraturi.
Il gioco è apprendimento
Il gioco è il mezzo con il quale i bambini costruiscono attivamente un modello del mondo. Se da un lato il gioco è metafora delle relazioni e delle regole della vita, dall’altro è esperienza di emozioni. Il gioco ha infatti uno straordinario potere di protezione e cura, giocare ha un ruolo cruciale per un sano equilibrio psicofisico, per una crescita armonica e per lo sviluppo delle abilità sociali.
Il gioco è un supporto alla creatività, al linguaggio, alla crescita cognitiva e al consolidamento di abilità. Partendo dal “facciamo come se” i bambini assumo le regole sociali, affinando la regolazione affettiva e accrescendo empatia e intersoggettività. Il gioco quindi è importante anche per imparare a comprendere e a gestire le emozioni: è il caso di “Il gioco della vita”, pensato proprio per aiutare i più piccoli a controllare le proprie reazioni. Esplorare, in un ambiente protetto, scenari facilmente riscontrabili nella vita reale può aiutarli a prepararsi emotivamente, per affrontare ogni nuova sfida con più sicurezza.
Le attività ludiche devono necessariamente crescere e modificarsi secondo lo sviluppo intellettivo e psicologico del bambino, ma rimangono un aspetto essenziale nella vita di ognuno di noi, indipendentemente dall’età.
Il gioco è socializzazione
Il gioco quindi non riguarda solo i bambini, anche gli adulti possono beneficiare di questa attività che permette di scaricare emotività e istintualità, di socializzare e imparare ad affrontare meglio la realtà.
Giocare significa adattarsi, esercitare flessibilità mentale e creatività e quindi acquisire nuove competenze. Giochi di ruolo come “Cena con delitto” o di strategia come “Risiko” e “Bang!” permettono di condividere storie, esperienze, facilitando una comunicazione aperta e autentica. Giocare è, di fatto, una risposta al nostro bisogno di appartenenza, un mezzo non convenzionale per imparare collaborazione e competitività. Con il gioco, gli adulti possono continuare ad acquisire sempre maggiori abilità relazionali. Giocare allenta lo stress e aumenta la tolleranza alla frustrazione, lasciandoci liberi di sviluppare una connessione emotiva con gli altri, facilitando la costruzione di nuovi e duraturi legami di amicizia.
Non è un caso che il gioco sia il principio fondante delle attività di team building aziendale, rivolte a promuovere lo spirito di squadra, aumentare la fiducia e incoraggiare la collaborazione all’interno dell’ambiente di lavoro.
Giocare è una rivoluzione
Il gioco ha un valore immenso nell’evoluzione della persona, è una vera e propria rivoluzione che ci educa alla realtà. Uno strumento di integrazione potentissimo in cui tutti gli ostacoli vengono cancellati, perché è nel gioco che possiamo scaricare ogni nostra emozione senza nessun rischio, liberando risorse che non sapevamo di avere nella piena libertà di espressione.